Alla conquista del potere by Richard J. Evans

Alla conquista del potere by Richard J. Evans

autore:Richard J. Evans
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Cultura storica
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2020-05-15T00:00:00+00:00


Il dominio degli elementi

Nell’Europa dell’Ottocento la natura poneva difficili sfide anche da altri punti di vista. Le grandi catene montuose isolavano una parte d’Europa dall’altra: i Pirenei separavano la Spagna dalla Francia, le Alpi si frapponevano fra l’Italia da una parte e Francia, Svizzera, Germania e Austria dall’altra, i monti scandinavi dividevano la Norvegia dalla Svezia, mentre i Carpazi si estendevano per oltre 1.500 chilometri lungo i confini della Polonia e dell’Ucraina da una parte e della Slovacchia, della Romania e dell’Ungheria dall’altra. Con le loro vette di circa 2.400 metri nei Carpazi e nei monti scandinavi, 3.400 nei Pirenei e oltre 4.800 nelle Alpi, queste regioni conservavano vaste estensioni di natura incontaminata. Alle loro pendici i pastori nomadi facevano pascolare le greggi in estate, mentre l’inverno i montanari vivevano accalcati in insediamenti bloccati dalla neve, tagliati fuori per mesi dal mondo esterno, si riscaldavano vivendo assieme ai loro animali e consumavano cibo messo da parte durante l’estate e conservato o tenuto sott’aceto. Con un’altezza massima di meno di 3.000 metri, gli Appennini, che scendevano lungo la penisola italiana, e i monti dei Balcani, che fiancheggiavano la costa nord-orientale dell’Adriatico, erano praticamente tutti sotto la linea delle nevi perenni, ma costituivano a loro volta un notevole ostacolo alle comunicazioni.

L’attraversamento delle montagne era una pratica in uso da molti secoli, ma fu Napoleone a prendere l’iniziativa di costruire strade lastricate per raggiungere i principali passi alpini in modo da aiutare il movimento di soldati e merci, sebbene, come in altre catene montuose, essi rimanessero chiusi per lunghi periodi nel corso dell’inverno. Le montagne stesse rappresentavano un’altra delle sfide della natura al dominio umano: conquistarle diventò uno sport, il cui pioniere fu il giudice dell’Alta corte di giustizia inglese Sir Alfred Wills (1828-1912), che nel 1854 scalò il Wetterhorn, evento che portò tre anni dopo alla fondazione dell’Alpine Club. Nel 1865 Edward Whymper (1840-1911) guidò per la prima volta un gruppo di scalatori in cima al Cervino; la conquista della vetta fu un trionfo, che però costò la perdita di quattro vite umane. Le guide locali come l’intagliatore di legno svizzero Melchior Anderegg (1828-1914) vìvevano conducendo gruppi di scalatori sulle maggiori vette, ma lo sport rimase un’attività limitata prevalentemente alle classi medie e superiori. Meno spettacolare ma assai più popolare fu il nuovo sport dello sci, portato sul massiccio dello Harz e nella Foresta Nera dai giovani norvegesi che studiavano nelle università tedesche. Vedendoli sfrecciare lungo i dolci pendii dei loro monti, gli abitanti locali li consideravano «un miscuglio fra dei pazzi e dei pagliacci», ma questo sport si estese alle Alpi quando località di villeggiatura come Davos e Saint Moritz, inizialmente scelte per l’aria secca delle loro montagne, aprirono anche d’inverno, grazie a una nuova strada e alle linee ferroviarie completate negli anni Ottanta. A cavallo fra i due secoli cominciarono a nascere gli sci club, i cui soci insegnavano ai residenti locali a usare gli sci e affermavano che l’acquisizione di quella capacità aveva «trasformato la vita locale» e «consentito un’enorme estensione della libertà degli abitanti della montagna».



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